venerdì 09 dicembre 2016

Perché ricorrere alla via stragiudiziale del recupero crediti

Ecco perché la via stragiudiziale del recupero crediti rappresenta un servizio per il contribuente e può concorrere ad evitare il default per l’ente

L’attività di riscossione svolta attraverso il recupero crediti stragiudiziale dalle imprese ex articolo 115 del Tulps rappresenta una strada moderna ed efficiente attraverso la quale l’ente territoriale può superare le proprie difficoltà a gestire e riscuotere tempestivamente i propri crediti tributari ed extra tributari, rendendo al contempo un servizio alla cittadinanza. 

Vediamo in sintesi perché

Il processo attraverso il quale la società di recupero supporta l’ente si compone di alcuni passaggi fondamentali. Normalmente, all’invio di una comunicazione scritta bonaria, la società di recupero fa seguire un contatto diretto con il contribuente, contatto che si realizza con attività telefonica ed un eventuale incontro diretto. Tali attività, svolte da personale specializzato, sono volte a garantire chiarimenti, comprendere con l’interessato le ragioni del mancato pagamento e favorire il dialogo tra l’ente impositore ed il cittadino. L’obiettivo dell’attività negoziale è quello di individuare le migliori soluzioni di pagamento da portare a compimento in modo efficiente e, magari, attraverso piani di rientro personalizzati e sostenibili evitando l’attivazione di procedure di riscossione coattiva.

In questa ottica il lavoro svolto dalla società di recupero si qualifica come un servizio a tutti gli effetti per il contribuente:

  • sollecitare bonariamente un mancato pagamento,
  • rapportarsi al contribuente con cortesia e professionalità fornendo chiarimenti in merito alla posizione,
  • contribuire a definire un piano di pagamento ragionevole e basato sulle effettive capacità finanziarie del contribuente significa rendere un servizio allo stesso.

Ma il processo descritto si traduce in un servizio reso anche all’ente e, di riflesso, all’intera collettività. Le entrate dell’ente che restano potenziali, quando non tutte le fasi della riscossione vengono gestite con efficienza e scrupolo, rappresentano un patrimonio mancato per l’ente e per l’intera comunità. Quando l’ente non riesce a conferire nelle proprie casse le entrate su cui lo stesso basa la propria capacità di spesa, rischia il default.  

E, purtroppo, l’ombra del dissesto grava con sempre maggiore frequenza, tanto su enti medio-piccoli quanto su grandi comuni. Un cambio di rotta, che consenta agli enti di superare la loro strutturale incapacità e gestire e recuperare le entrate, riportando nelle casse i soldi su cui si basa la loro capacità di spesa, è un processo praticabile ed auspicabile, con riflessi più che positivi, sia in termini di recupero, sia di istituzione di rapporti virtuosi con il cittadino contribuente.




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